๐ฎ๐น SE TOCCANO UNA, TOCCANO TUTTE.
Il diritto all'interruzione volontaria di gravidanza รจ gravemente in pericolo negli USA.
Studentesse californiane dell'Universitร di Padova durante la manifestazione a sostegno di Gigliola Pierobon, Padova, 5 luglio 1973, foto di Sandra Busatta.
A Padova, cittร in cui sono cresciuta e da cui scrivo queste parole, nel giugno 1973, si celebrรฒ un processo che scatenรฒ una grande mobilitazione collettiva e che, per tale ragione, fu una pietra miliare nella lunga battaglia per la legalizzazione dell'aborto in Italia, cui si arrivรฒ cinque anni piรน tardi, nel 1978, con l'approvazione della Legge 194.
L'imputata era Gigliola Pierobon, 23 anni, figlia di contadini, femminista, accusata di aver abortito clandestinamente quando aveva 17 anni, perchรฉ, mentre stava testimoniando in un altro processo, aveva raccontato la propria terribile esperienza, comune a molte donne in quegli anni: Gigliola, volendo interrompere una gravidanza indesiderata, non potรจ recarsi in ospedale, essendo l'aborto illegale. Pagรฒ allora 40.000 lire una mammana (come venivano chiamate le donne che effettuavano gli aborti clandestini), che le inserรฌ nella vagina un ferro, senza sedativi e senza antibiotici.
Mentre nelle aule del Palazzo di Giustizia cittadino si discuteva il caso Pierobon, le strade di Padova si riempirono di donne che chiedevano a gran voce non solo l'assoluzione di Gigliola, ma anche la legalizzazione dell'aborto.
Tra queste donne, vi erano anche le studentesse californiane che vedete ritratte nella foto qui sopra. Queste studentesse appoggiavano la Lola (soprannome di Gigliola) e tutte le donne italiane affinchรฉ ottenessero finalmente il riconoscimento giuridico del diritto di decidere sul proprio corpo.
Questa stessa battaglia era stata combattuta anche dalle donne americane, le quali, qualche mese prima, avevano finalmente ottenuto la legalizzazione a livello federale del diritto di aborto come libera scelta della donna. Il 22 gennaio 1973, infatti, la Corte Suprema degli Stati Uniti d'America pronunciรฒ la celebre sentenza โRoe v. Wadeโ e, successivamente, ciascuno Stato adottรฒ le proprie leggi sull'aborto, rispettando il principio comune secondo cui non รจ possibile interrompere la gravidanza dal momento in cui il feto puรฒ vivere autonomamente al di fuori dell'utero, ossia dopo la 24esima settimana di gestazione (sentenza Planned Parenthood v. Casey).
โRoe v. Wadeโ, tuttavia, rischia di essere a breve ribaltata, con la conseguenza che l'aborto tornerebbe illegale (o quantomeno fortemente limitato) nella metร degli stati americani.
Il terribile pericolo cui sono esposte le donne americane non puรฒ lasciarci indifferenti e dobbiamo manifestare loro tutto il nostro sostegno, cosรฌ come in passato le femministe americane hanno fatto con noi, perchรจ se toccano una, toccano tutte.
Ma procediamo con ordine.
Cosa sta succedendo negli Stati Uniti d'America?
Nei giorni scorsi, il quotidiano Politico ha pubblicato una bozza di 98 pagine di una sentenza della Corte Suprema a firma del giudice conservatore Samuel Alito, che dichiarerebbe incostituzionale la sentenza โRoe v. Wadeโ. Tale pronuncia decide il caso Dobbs v. Jackson Womenโs Health Organization, che riguarda l'impugnazione della legge dello Stato del Mississippi del 2018, che vieta l'aborto nella maggior parte dei casi, dopo la 15esima settimana di gestazione.
Si tratta comunque di una bozza non definitiva ed il voto della Corte Suprema รจ previsto per giugno. Fino a quel momento non abbiamo quindi nessuna certezza e possiamo continuare a sperare che non si arretri nella tutela dei diritti delle donne.
Vi sono perรฒ almeno due circostanze che ci fanno ritenere probabile che la Corte Suprema approvi la decisione del giudice Alito:
I giudici della Corte Suprema si sarebbero potuti rifiutare di discutere il caso per contrarietร al precedente โRoe v. Wadeโ (com'รจ previsto nei sistemi di common law, come gli USA) e non lo hanno fatto. Questo fa pensare che l'intenzione sia quella di mettere in discussione i principi sanciti con tale sentenza.
Sei giudici della Corte Suprema su nove sono stati nominati da Presidenti repubblicani e sono quindi portatori di posizioni conservatrici ed antiabortiste.
Se la decisione fosse approvata, le conseguenze sarebbero tragiche.
Innanzitutto, mancando una legge federale sull'aborto, la disciplina della materia sarebbe rimessa alla legislazione di ogni singolo stato. Il che comporterebbe, da un lato, un trattamento diversificato a seconda dello stato in cui la donne vive e, dall'altro lato, il rischio che l'eventuale tutela del diritto di aborto muti facilmente e rapidamente con il mutare della forza politica al governo.
In secondo luogo, almeno 26 stati (colorati in arancione nell'infografica qui sotto), sarebbero pronti a vietare o a limitare fortemente il diritto d'aborto.
Infografica di Guttmacher Institute
Se infatti โRoe v. Wadeโ venisse rovesciata, troverebbero applicazione le leggi di Alabama e Oklahoma che vietano l'aborto sempre, anche in caso di stupro o incesto, a meno che non sia a rischio la vita della gestante. Entrerebbe in vigore anche il cd โheartbeat billโ approvato in Texas lo scorso luglio, che vieta l'aborto dal momento in cui รจ percepibile il battito cardiaco del feto, ossia dalla sesta settimana di gravidanza. Cosรฌ come le leggi analoghe di Idaho, Georgia, Ohio, Kentucky e Louisiana.
Qualche considerazione.
Criminalizzare l'aborto e/o renderne particolarmente difficoltoso l'esercizio da parte delle donne, non รจ mai la soluzione corretta. Lo dimostrano i numeri, prima ancora della coscienza. Ogni anno, circa 39.000 donne nel mondo muoiono a causa di aborti praticati clandestinamente e 5 milioni soffrono di disabilitร temporanee o permanenti causate da queste pratiche eseguite da personale non qualificato e senza alcun rispetto delle norme igienico-sanitarie. I paesi in cui l'aborto รจ legale, hanno una percentuale di aborti praticati simile ai paesi in cui รจ illegale, dove si รจ registrato un aumento delle interruzioni volontarie di gravidanza dal 36% del 1990 al 50% nel 2019.
Vietando l'aborto, quindi, i pro-life non raggiungeranno il loro agognato obiettivo di azzerare le interruzioni volontarie di gravidanza, ma semmai faranno aumentare la mortalitร delle donne, i rischi per la loro salute e la discriminazione. Perchรฉ diciamocelo, le donne ricche continueranno a poter esercitare un loro diritto recandosi all'estero, in paesi ove l'aborto รจ legale, mentre le donne meno abbienti no e saranno costrette a ricorrere a pratiche pericolosissime per la loro salute e la loro vita ovvero a portare a termine gravidanze indesiderate.
Questo รจ ciรฒ che rischia di capitare negli Stati Uniti, la tanto autoproclamata patria dell'emancipazione e della libertร . Quegli stessi Stati Uniti che si preoccupano maggiormente di fomentare conflitti armati in territori da loro lontani migliaia di chilometri e che non pensano minimamente al grave pregiudizio che possono subire le donne americane tra poco piรน di un mese.
Ad ogni modo, questa sentenza รจ a mio avviso esemplificativa di due importanti problemi sistemici degli Stati Uniti:
La nomina politica dei giudici. I giudici della Corte Suprema vengono proposti dal Presidente ed approvati dal Senato. Capite bene che i giudici sono quindi portatori non di legalitร , ma degli stessi interessi politici di coloro che li hanno nominati e ciรฒ, inevitabilmente, influisce e condiziona le loro decisioni, a discapito della funzione che i magistrati esercitano: la funzione giudiziaria. Cโรจ quindi una grandissima mescolanza tra potere politico e quello giudiziario, in violazione del principio della separazione dei poteri elaborato da Montesquieu nel lontano 1748, garanzia dello stato di diritto e della democrazia.
La mancanza di una legge federale. Temi cosรฌ importanti e divisivi, come lโinterruzione volontaria di gravidanza, non dovrebbero essere disciplinati da precedenti giudiziari, che, per quanto vincolanti nei sistemi di common law, sono per loro natura destinati a mutare nel tempo, specie se si considera che, appunto, i giudici sono di nomina politica. Una legge federale che detti principi inderogabili per tutti gli Stati che compongono gli USA, garantirebbe, in primo luogo, un trattamento uguale a tutte le donne in tutto il territorio americano e, in secondo luogo, tale tutela sarebbe piรน stabile e duratura.
In conclusione, quindi, dobbiamo sperare che la sentenza del giudice Alito non trovi concordi la maggioranza dei colleghi della Corte Suprema. Soprattutto ora, dopo che il recente tentativo dei Democratici di rendere la la โRoe v. Wadeโ legge federale non รจ purtroppo andato a buon fine. Hanno infatti votato contro tutti i Senatori repubblicani ed anche il democratico Joe Manchin. Il Presidente Biden ha garantito che i Democratici continueranno a combattere per i diritti delle donne e noi ce lo auguriamo. Anche se questa รจ una battaglia che dovrebbe essere priva di colore politico.
Si tratta di un atto dovuto, perchรฉ sul corpo delle donne, devono poter decidere esclusivamente le donne e nessun altro.